L’Ente di Unificazione Italiano, contestualmente alla revisione della norma UNI 10779, ha pubblicato la Specifica Tecnica UNI/TS 11559 relativa alla progettazione, installazione ed esercizio delle reti di idranti a secco, che pur essendo a carattere sperimentale, rappresenta una importante novità nel panorama normativo nazionale.

La nuova norma integra la vigente UNI 10779 specificando i requisiti aggiuntivi richiesti per la realizzazione di reti di idranti a secco, definibili come sistemi di tubazioni fisse ad uso esclusivo antincendio, generalmente vuote (piene d’aria a pressione atmosferica) oppure in leggera sovrappressione di aria o gas inerte (purché inferiore a 0,07 MPa), che vengono riempite con acqua in pressione al momento della loro attivazione, mediante l’azionamento di un dispositivo di comando remoto e la conseguente apertura di una o più valvole a diluvio, opportunamente distribuite.
L’apertura delle valvole a diluvio dovrà avvenire tramite l’attivazione di un comando manuale (definito genericamente “pulsante” nel testo normativo), posto in prossimità di ogni apparecchio di erogazione, che può essere ad azionamento elettrico, pneumatico o idraulico (a scelta del progettista), in funzione, ad esempio, delle caratteristiche climatiche del luogo di installazione.
L’attivazione della valvola a diluvio dovrà generare una segnalazione di allarme almeno locale, atta ad evidenziare l’apertura del dispositivo e la presenza dell’acqua nella rete.
Qualunque sia il tipo di attivazione, lo stesso dovrà essere realizzato in conformità alla norma di installazione applicabile.
Le reti di idranti a secco comprendono i seguenti componenti principali:
– almeno un attacco di mandata per autopompa;
– la rete di tubazioni fisse permanentemente in pressione idrica, preferibilmente chiuse ad anello, ad uso esclusivo antincendio;
– la/le valvola/valvole a diluvio a comando remoto;
-la rete di tubazioni fisse a secco, ad uso esclusivo antincendio;
– gli apparecchi di erogazione;
– i pulsanti (dispositivi manuali) di azionamento;
– i dispositivi di sfiato dell’aria.
L’alimentazione idrica potrà essere una delle seguenti tipologie:
– indipendente, conforme ai requisiti della norma UNI 10779:2014;
– derivata da una rete idranti antincendio, permanentemente in pressione d’acqua, realizzata in conformità alla sopracitata norma generale.
Trattandosi di un sistema che prevede l’impiego ed il convogliamento di aria e di acqua all’interno dei suoi circuiti e delle sue apparecchiature, la norma richiama l’attenzione nella selezione dei componenti con particolare riferimento alla compatibilità dei materiali, alla resistenza alla corrosione ed alla sicurezza dell’utilizzatore.
Le reti di idranti a secco, se non correttamente progettate, possono infatti esporre l’utilizzatore a seri problemi dovuti alla compressione dell’aria nelle tubazioni durante la fase di riempimento della rete con l’acqua, con conseguenti ripercussioni sul sistema ed in particolare sul dispositivo di erogazione impugnato dall’operatore.
La norma, a tal proposito, prescrive l’impiego una o più valvole a diluvio e l’installazione di dispositivi di sfiato dell’aria, opportunamente distribuiti per soddisfare le caratteristiche di sicurezza ed affidabilità dell’impianto, atti a garantire, in caso di attivazione del sistema, il completo riempimento delle tubazioni e l’erogazione dell’acqua dalla lancia posta in posizione più lontana, rispetto alla corrispondente valvola a diluvio, entro 90 secondi dall’azionamento del comando manuale localizzato.
L’attivazione del sistema dovrà essere effettuata senza alcun rischio per il personale che utilizza l’apparecchiatura antincendio che comunque, nelle prime fasi di erogazione, si troverà a dover contrastare le spinte sulla lancia dovute alla contemporanea fuoriuscita di aria e di acqua.
Spetta pertanto al progettista dell’impianto stabilire il numero di valvole a diluvio e di valvole di sfiato da prevedere e posizionare nel sistema, in funzione dell’estensione e della complessità della rete, al fine di raggiungere gli obiettivi sopra citati, che dovranno essere specificatamente verificati, al termine dell’installazione, in aggiunta alle operazioni già previste dalla vigente norma UNI 10779, con prove reali adeguatamente documentate in fase di collaudo.
Allo stesso modo, per l’esercizio e la manutenzione delle reti di idranti a secco sono previste delle specifiche operazioni, integrative rispetto a quanto richiesto dalla vigente norma UNI 10779, da effettuarsi con frequenza minima annuale e comunque all’atto di ogni messa in servizio dopo un periodo di inattività, che comprendono la prova funzionale delle valvole a diluvio e dei dispositivi di sfiato, con riempimento delle tubazioni e verifica del tempo di erogazione precedentemente citato, nel rispetto del limite massimo consentito.
Infine, come già prescritto dalla norma UNI 10779:2014, tutte le valutazioni di progetto inerenti la scelta, le caratteristiche ed il posizionamento delle apparecchiature (valvole a diluvio, dispositivi di sfiato, ecc.) e la logica di funzionamento del sistema, dovranno essere riportati nella relazione di progetto, unitamente ai disegni di lay-out comprendenti una planimetria indicante la posizione dei dispositivi ed i dati tecnici dell’impianto.
Ancora una volta ed in particolar modo in presenza di una norma sperimentale quale è la UNI/TS 11559, che dovrà essere implementata e potrà essere consolidata soprattutto grazie ai contributi ed alle esperienze di installazione raccolti da qui ai prossimi tre anni, il progettista è chiamato ad esercitare la propria funzione con competenza e professionalità, indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza e di affidabilità richiesti per tutti gli impianti ed in particolare per quelli adibiti alla lotta contro l’incendio.fonte : Giorgio Bonansea – Progettista impianti antincendio